Se bisogna necessariamente darne una definizione, quella di minimal pop ben si addice alla musica dei tedesco-americani Fenster, qui alla seconda prova
discografica, dopo l’esordio del 2012 (Bones).
Chitarre tremolanti, tastierine vintage, voci filtrate che sembrano provenire da un altro pianeta, impulsi ritmici elementari: sono gli ingredienti di un sound essenziale, appunto, ma anche di unacerta efficacia.
La semplicità sembra dunque essere la carta vincente del quartetto, le cui radici
musicali stanno nella new wave fine anni Settanta – primi Ottanta.
Poco però è rimasto dell’irruenza di quel periodo, a favore di climi e paesaggi più
meditativi e sereni.